Luigi Einaudi

Luigi Einaudi

  • Marzo 24, 2024
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Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica italiana, rimane figura di spicco nella politica, nell’economia e nella cultura italiana del XX secolo. Nato il 24 marzo 1874 a Carrù, in provincia di Cuneo, in una famiglia di origini piemontesi, Einaudi ha lasciato un’impronta significativa nella storia italiana come economista, giornalista, accademico e, soprattutto, come presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955.

La sua formazione accademica è stata eccezionale. Dopo essersi laureato in legge all’Università di Torino, ha proseguito gli studi in economia politica presso l’Università di Pavia e l’Università di Bologna, dove ha ottenuto una laurea honoris causa. La sua carriera accademica lo ha visto in vari ruoli, tra cui professore ordinario di economia politica e statistica a Torino e direttore della Scuola Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Venezia.

Tuttavia, è stato il suo impegno nella politica che lo ha reso una figura di rilievo. Membro del Partito Liberale Italiano, Einaudi ha servito come deputato dal 1919 al 1921 e come senatore dal 1948 al 1955. Durante il suo mandato parlamentare, ha ricoperto ruoli importanti, incluso quello di Ministro delle Finanze nel governo di Ivanoe Bonomi nel 1944.

Ma è stato il suo ruolo come Presidente della Repubblica Italiana che lo ha portato alla ribalta nazionale e internazionale. Einaudi è stato il secondo presidente della Repubblica italiana nel 1948, succedendo a Enrico De Nicola. Il suo mandato è stato caratterizzato da un periodo di profondo cambiamento politico ed economico per l’Italia, in un’epoca segnata dalla ricostruzione post-bellica, dall’ascesa del bipolarismo politico e dalla Guerra Fredda.

Come presidente, Einaudi ha incarnato l’idea di una repubblica parlamentare e democratica, lavorando per rafforzare le istituzioni democratiche e per garantire la stabilità politica e economica del paese. Durante il suo mandato, ha svolto un ruolo importante nel consolidamento della democrazia italiana e nel promuovere l’integrazione europea, sostenendo la nascita della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), precursore dell’Unione Europea.

La sua presidenza è stata caratterizzata da un forte impegno per la giustizia sociale e l’equità economica, con particolare attenzione alla lotta contro la povertà e alla promozione dello sviluppo economico. Ha anche svolto un ruolo cruciale nel mantenere l’Italia neutrale durante la Guerra di Corea, rafforzando così la sua reputazione internazionale come mediatore e diplomatico.

Dopo il termine del suo mandato presidenziale nel 1955, Einaudi ha continuato a essere attivo nel campo dell’economia e della cultura italiana. Ha fondato e diretto la rivista “Il Mulino”, una delle più autorevoli pubblicazioni accademiche italiane nel campo delle scienze sociali ed economiche. Ha anche continuato a scrivere e a pubblicare opere di economia politica e storia economica, consolidando ulteriormente il suo status di intellettuale di rilievo.

Luigi Einaudi è deceduto il 30 ottobre 1961 a Roma, lasciando un’eredità duratura come economista, politico, intellettuale e statista. La sua leadership durante un periodo cruciale della storia italiana ha contribuito a plasmare il destino del paese e ha ispirato generazioni successive di leader e pensatori. La sua vita e il suo lavoro rimangono un esempio di impegno per la democrazia, la giustizia sociale e l’integrazione europea.

Lina Merlin, Legge Merlin

Lina Merlin

  • Febbraio 20, 2024
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Lina Merlin (Angelina Merlin) è stata una figura fondamentale nella storia italiana, nata a Pozzonovo nel 1887 e scomparsa a Padova nel 1979. La sua vita straordinaria si è intrecciata con momenti cruciali della politica e della società del XX secolo, ma ciò che la rende “famosa” è la battaglia per l’abolizione della prostituzione, ottenuta nel 1958 con la legge che porta il suo nome: la “Legge Merlin”.

Origini e Formazione: Originaria di Chioggia, Merlin crebbe con il desiderio di conoscenza. Laureatasi in lingua e letteratura francese a Grenoble, presto sviluppò una consapevolezza critica verso le ingiustizie sociali, in particolare quelle subite dalle donne.

Attivismo Socialista: Nel 1919, avvicinata dal fascismo, scelse il socialismo come suo faro ideologico. Collaborando con il deputato Giacomo Matteotti, denunciò le violenze fasciste, subendo per questo cinque arresti e il licenziamento dall’insegnamento nel 1926.

Antifascismo e Resistenza: Durante il regime di Mussolini, Lina Merlin, coinvolta in un complotto antifascista, subì confino in Sardegna. Tornata a Milano nel 1930, partecipò attivamente alla Resistenza, rischiando la vita in azioni partigiane.

Carriera Politica: Eletta all’Assemblea Costituente nel 1946, Merlin fu un faro per i diritti delle donne. Contribuì all’articolo 3 della Costituzione italiana, garantendo l’uguaglianza di genere. Al Senato dal 1948, lottò per lo sviluppo del Polesine e per l’abolizione della prostituzione, ottenuta nel 1958 con la “Legge Merlin”.

Ultimi Anni e Eredità: Dopo il 1961, delusa dal partito, Merlin si ritirò dalla politica. Antidivorzista convinta, morì nel 1979 a Padova, lasciando un’impronta indelebile nella lotta per i diritti delle donne e della società italiana.

Lina Merlin 512
Lina Merlin 512

Lina Merlin, allanagrafe Angelina Merlin, stata una politica, partigiana e insegnante italiana, componente dellAssemblea Costituente e prima donna a essere eletta al Senato.

Bettino Craxi, Partito Socialista Italiano

Bettino Craxi

  • Febbraio 13, 2024
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Bettino Craxi (Milano 1934 – Hammamet, Tunisia, 2000), è stato un politico italiano che ha indubbiamente segnato la storia politica del Paese. Da dirigente della gioventù socialista a membro di spicco del comitato centrale del Partito Socialista Italiano (PSI) dal 1957, Craxi è stato una figura chiave. Autorevole esponente della corrente autonomista, nel 1965 entrò nella direzione del PSI, contribuendo attivamente all’unificazione con i socialdemocratici.

Eletto deputato nel 1969 e vicesegretario del PSI nel 1970, Craxi divenne segretario nazionale nel luglio 1976. La sua leadership mirava al consolidamento dell’autonomia del PSI, specialmente rispetto al Partito Comunista Italiano (PCI). Una strategia che comportò una vivace polemica contro il PCI e un’alleanza spesso tesa con la Democrazia Cristiana.

Il culmine della sua carriera politica fu la guida di due governi di coalizione (1983-1987) tra DC, PSI, PSDI, PLI e PRI. Tuttavia, questo periodo fu segnato dalle inchieste su tangentopoli, portando alle dimissioni di Craxi da segretario del PSI nel 1993. In un discorso alla Camera nel 1993, riconobbe il finanziamento illegale dei partiti, estendendo le responsabilità a tutto il sistema politico.

Condannato, Craxi si ritirò in Tunisia nel 1994. La sua storia è emblematica, riflettendo la complessità della politica italiana. La controversa figura di Craxi rimane un punto di discussione nella storia politica dell’Italia moderna.

Vittorio Bachelet

Vittorio Bachelet

  • Febbraio 11, 2024
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Vittorio Bachelet (Roma, 20 febbraio 1926 – Roma, 12 febbraio 1980) è stato un giurista e politico italiano di spicco nel panorama accademico e politico del secondo dopoguerra, assassinato dalle Brigate Rosse il 12 febbraio 1980.

Nato a Roma, ultimo dei nove figli di Giovanni, ufficiale dell’esercito, e di Maria Bosio, Vittorio Bachelet cresce in un ambiente di forte radicamento cattolico. Nel 1934, si unisce all’Azione Cattolica, iniziando così un percorso di impegno sociale che lo accompagnerà per tutta la vita.

Dopo la maturità classica al Liceo Tasso, nel 1943 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e si unisce alla FUCI. Nel 1947, laureandosi con lode con una tesi in diritto del lavoro, diventa assistente volontario presso la cattedra di diritto amministrativo alla Sapienza. La sua carriera accademica decolla, ottenendo la libera docenza in diritto amministrativo e istituzioni di diritto pubblico.

Vittorio Bachelet pubblica nel 1957 un volume influente sull’attività di coordinamento nell’amministrazione pubblica, divenendo un punto di riferimento legislativo. La sua carriera accademica lo porta a ricoprire ruoli di rilievo presso diverse università italiane, culminando con la nomina a professore ordinario di diritto pubblico dell’economia presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1974.

Parallelamente alla sua attività accademica, Bachelet rimane attivo nell’Azione Cattolica, diventandone uno dei principali dirigenti nazionali. Dal 1959 al 1973, è Presidente Generale dell’associazione, incarico che svolge con dedizione, promuovendo la riforma interna e la corresponsabilità dei laici nella Chiesa.

Impegnato anche in politica come membro della Democrazia Cristiana, Bachelet viene eletto consigliere comunale a Roma nel 1976 e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura nello stesso anno. Il suo coinvolgimento politico culmina tragicamente il 12 febbraio 1980, quando viene assassinato dalle Brigate Rosse mentre si trova alla Sapienza, dopo una lezione.

La sua eredità è testimoniata dalla missione di rinnovamento dell’Azione Cattolica e dalla sua contribuzione al dibattito accademico in materia di diritto amministrativo. La sua tragica morte lascia un vuoto nel panorama italiano, ma il suo spirito di coraggio e impegno continua a ispirare coloro che si battono per la democrazia e la giustizia.

Michail Gorbačëv - Foto di Maurizio Riccardi © AGR

Michail Gorbačëv

  • Febbraio 01, 2024
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Michail Sergeevič Gorbačëv, noto anche come Mikhail Gorbachev o Gorbaciov, è stato un influente politico sovietico, successivamente russo a partire dal 1991. Nato nel 1931 a Privol´noe, nella regione di Stavropol´, Gorbačëv ha svolto un ruolo chiave nella trasformazione politica dell’Unione Sovietica.

La sua carriera politica ha avuto inizio nel 1971 quando è entrato a far parte del comitato centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS). Nel 1985, è salito alla carica di segretario generale del PCUS, posizione dalla quale ha cercato di introdurre riforme democratiche nel regime sovietico. Le sue iniziative più note sono state la glasnost (“trasparenza”) e la perestrojka (“ristrutturazione”).

Gorbačëv ha promosso una politica estera improntata al dialogo con gli Stati Uniti e alla non interferenza negli affari dei paesi comunisti dell’Europa dell’Est. Nel 1990, è stato eletto presidente dell’Unione Sovietica, ma il suo mandato è stato segnato da un tentativo di colpo di stato nel 1991 da parte di nostalgici del vecchio regime sovietico. Il fallimento di questo colpo di stato ha rafforzato la posizione di Boris N. Eltsin.

L’instabilità politica, la crisi economica interna e le crescenti tendenze autonomistiche hanno portato alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel dicembre 1991. Nel corso della sua carriera, Gorbačëv ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1990. Dopo la fine della sua carriera politica, ha continuato a giocare un ruolo attivo dirigendo a Mosca la Fondazione Internazionale per la Ricerca Sociale, Economica e Politica.

Nato in una famiglia contadina, Gorbačëv ha inizialmente lavorato come meccanico in un’officina di macchine agricole prima di intraprendere la sua carriera politica. Laureatosi in giurisprudenza a Mosca nel 1955, ha progredito rapidamente attraverso le fila del PCUS, diventando segretario del partito locale a Stavropol´ nel 1970.

Gorbačëv ha sperimentato resistenze interne nel tentativo di implementare il suo “nuovo corso” di riforme, che ha portato a una significativa democratizzazione della società sovietica. Tuttavia, ha affrontato notevoli sfide, specialmente sul fronte economico, con il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e l’instabilità crescente. Nel frattempo, i nazionalismi si sono intensificati in regioni come le repubbliche baltiche, il Caucaso e l’Asia Centrale.

Le sue iniziative e il suo ruolo nella storia del XX secolo ne fanno una figura di grande rilevanza nell’ambito politico internazionale. Concludendo, le parole chiave per comprendere la figura di Michail Sergeevič Gorbačëv sono: politico sovietico, riforme democratiche, dissoluzione URSS, glasnost, perestrojka.

Emma Bonino

Emma Bonino

  • Gennaio 26, 2024
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Emma Bonino, nata a Bra il 9 marzo 1948, rappresenta una figura di spicco nella politica italiana, con un notevole impatto nel panorama del radicalismo liberale e del femminismo.

Dal 1976, ha costantemente ricoperto ruoli di grande responsabilità: deputata alla Camera, membro del Parlamento europeo, senatrice, commissaria europea (1995-1999), Ministro del commercio internazionale e delle politiche europee (2006-2008), vicepresidente del Senato (2008-2013), e Ministro degli affari esteri (2013-2014).

La sua attività politica non si limita all’Italia: Bonino è stata presidente del Partito Radicale Transnazionale dal 1989 al 1993 e ha contribuito alla fondazione di organizzazioni internazionali come l’International Crisis Group. È celebre per essere stata ideatrice della Corte penale internazionale e delegata italiana all’ONU per la moratoria sulla pena di morte. Ha fondato l’organizzazione “Non c’è pace senza giustizia” per l’abolizione delle mutilazioni genitali femminili.

La sua carriera politica è stata caratterizzata da una forte attenzione ai diritti civili, con impegno per la democrazia e la giustizia a livello globale. Bonino ha sostenuto campagne per referendum, diritti civili nell’Europa dell’Est e la creazione di una Corte penale internazionale.

Nel 2013, è diventata Ministro degli affari esteri nel governo Letta, diventando la seconda donna a ricoprire questo incarico nella storia italiana. Successivamente, nel 2018, è stata rieletta al Senato con +Europa.

Bonino ha affrontato sfide personali, come la sua battaglia contro un tumore al polmone, annunciando nel 2023 la sua guarigione dopo otto anni.

Emma Bonino è una voce autorevole nella politica italiana e internazionale, con un lungo e significativo percorso di impegno per i diritti umani, la pace e la giustizia.

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John Kerry ed Emma Bonino
John Kerry ed Emma Bonino

09052013 Roma Ministero Esteri Conferenza stampa del Ministro Emma Bonino e del Segretario di Stato USA John Kerry

John Kerry ed Emma Bonino
John Kerry ed Emma Bonino

09052013 Roma Ministero Esteri Conferenza stampa del Ministro Emma Bonino e del Segretario di Stato USA John Kerry

Giuliano Vassalli - Foto di Carlo Riccardi

Giuliano Vassalli

  • Gennaio 17, 2024
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Giuliano Vassalli (Perugia, 25 aprile 1915 – Roma, 21 ottobre 2009) è stato una figura poliedrica nell’ambito della Resistenza, giurista di prestigio e un influente politico italiano. La sua eredità si estende dalle gesta eroiche della Resistenza alla sua carriera accademica e politica, contribuendo in modo significativo all’evoluzione del sistema giuridico italiano.

Origini e Formazione

Figlio del civilista Filippo, Vassalli si distinse fin da giovane per la sua intraprendenza e dedizione agli studi. Laureatosi in giurisprudenza presso l’Università di Roma nel 1936, collaborò con il fratello Alfredo alla redazione di importanti codici penali, tra cui il celebre “Codice Vassalli”.

Impegno nel PSI e nella Resistenza

Vassalli si unì attivamente al Partito Socialista Italiano (PSI) durante gli anni della Resistenza. Nel 1943, partecipò a una riunione chiave che portò alla costituzione del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), svolgendo un ruolo cruciale nell’organizzazione e nella fusione di diverse anime della sinistra italiana antifascista.

Dopo l’8 settembre 1943, Vassalli entrò a far parte della resistenza romana come esponente del PSIUP. La sua figura emerse con forza il 24 gennaio 1944, quando orchestrò l’audace azione delle Brigate Matteotti per liberare Sandro Pertini e Giuseppe Saragat dal carcere di Regina Coeli. Questo gesto eroico, ideato e diretto da Vassalli, contribuì a salvare la vita dei futuri Presidenti della Repubblica.

Prigionia e Liberazione

Nel corso del suo impegno nella resistenza, Vassalli fu catturato dai nazisti nell’aprile 1944 e rinchiuso nel carcere di via Tasso, dove subì torture dalle SS. La sua liberazione avvenne miracolosamente il 4 giugno 1944, grazie all’intercessione di papa Pio XII e poco prima dell’arrivo delle forze alleate a Roma.

Carriera Accademica e Forense

Dopo la guerra, Vassalli intraprese una carriera brillante come avvocato e docente universitario. La sua influenza si estese in diverse università italiane, dove insegnò diritto e procedura penale. Autore di una vasta produzione giuridica, Vassalli contribuì significativamente alla formazione di nuove generazioni di giuristi.

Carriera Politica nel Secondo Dopoguerra

La carriera politica di Vassalli si distinse per il suo impegno a favore del PSI. Consigliere comunale e capogruppo del PSI a Roma, Vassalli fu eletto deputato e senatore, contribuendo alle commissioni per la revisione del codice penale e di procedura penale.

Il suo ruolo di Ministro di Grazia e Giustizia nei governi Goria, De Mita e Andreotti VI (dal 1987 al 1991) sottolinea il suo impegno nel promuovere riforme legali cruciali. Nel 1987, Vassalli presentò il disegno di legge delega per la riforma del codice di procedura penale, un progetto che abbracciava i principi democratici e moderni.

John Fitzgerald Kennedy

Kennedy John Fitzgerald

  • Maggio 29, 2020
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Nel luglio del 1963, John Fitzgerald Kennedy arriva a Fiumicino durante il suo viaggio italiano, avvenuto pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas. Una visita in cui sbocciò l’amore tra il presidente americano e Roma costellato di incontri importanti e curiosità da scoprire.

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Enrico Berlinguer

Berlinguer Enrico

  • Maggio 24, 2020
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Enrico Berlinguer nacque a Sassari il 25 maggio del 1922 e fin dall’infanzia riesce a profittare di relazioni familiari e politiche che influenzarono notevolmente la sua ideologia ambiente grazie all’ambiente culturalmente molto evoluto che lo ha circondato. 

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