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John Fitzgerald Kennedy

Kennedy John Fitzgerald

  • Maggio 29, 2020
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  • Archivio Riccardi

Nel luglio del 1963, John Fitzgerald Kennedy arriva a Fiumicino durante il suo viaggio italiano, avvenuto pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas. Una visita in cui sbocciò l’amore tra il presidente americano e Roma costellato di incontri importanti e curiosità da scoprire.

Era il 20 gennaio 1961, quando Kennedy venne nominato presidente. A 50 anni di distanza emergono dettagli sul soggiorno in Italia, principale teatro di sperimentazione dell’apertura a sinistra, uno dei capisaldi della Nuova Frontiera. Proprio nella Capitale, Jfk sostiene l’alleanza tra Aldo Moro e i socialisti di Pietro Nenni, con un occhio di riguardo al Pci guidato da Palmiro Togliatti.

La missione in Italia, che chiude il tour europeo del presidente, ufficialmente iniziò il primo luglio. Ma i ringraziamenti di Jfk pubblicati dalla Kennedy Library per i “piacevoli momenti” passati a Villa Serbelloni sul lago di Como confermano una volta per tutte che Kennedy scelse di pernottare la sera prima nello splendido edificio del 1533 per “riposare” dopo le fatiche del viaggio che lo aveva portato a Berlino, Londra, Dublino, prima di recarsi a Roma. Una scelta delicata per il primo presidente cattolico della storia Usa: proprio il 30 giugno 1963 Paolo VI veniva incoronato papa.

L’indomani mattina, Kennedy arriva a Fiumicino: ad attenderlo tra gli altri c’è Carlo Riccardi, il fotografo che ispirò la “Dolce Vita”, con Ennio Flaiano che coniò il termine “Paparazzo” mutuandolo da “Pappatacio”, moscone, come Amintore Fanfani chiamava Riccardi. E l’ossessione dello staff Kennedy per quelli che diventeranno i “Paparazzi” emerge in una nota della Casa Bianca sulla stampa dell’agosto 1962, quando la First Lady Jacqueline scelse Bellario per le vacanze di agosto. “Cercheranno di fotografare tutto. Per fortuna la spiaggia è privata, quindi non ci saranno pranzi con otto bottiglie di vino in bella vista, e tipi del jet set ‘lolling around’ in bikini”, si legge in un file poi archiviato nella sezione “Visita del presidente in Italia – luglio 1963” nel quale si raccomanda di evitare scatti da parte di Paris Match e “fotografie nei night club”.

Nella Capitale, per Kennedy è un bagno di folla.
Un rullino di foto che immortalavano gli incontri (recita ancora la leggenda) sarebbe stato “sequestrato”.

C’è spazio anche per le cortesie tra First Lady: in una missiva dell’agosto 1963, Donna Laura Segni ringrazia Jackie per averle inviato due foto nelle quali John John e Katherine giocano con la barca a vela che il presidente Segni aveva regalato ai piccoli Kennedy.

“L’Italia, ha scritto Shelley, è il paradiso degli esiliati – dice Kennedy a Napoli poco prima di lasciare l’Italia – In questo mio breve esilio dal clima di Washington … ho immensamente apprezzato questo paradiso come ultima tappa del mio viaggio in Europa”. Poi una promessa: “Lascio questo Paese con rammarico e l’unica scusa per la brevità del mio soggiorno è la certezza del mio ritorno,  la prossima volta con mia moglie”. 
Ma Jfk non tornerà più: un fucile Carcano, assemblato a Terni lo aspetta a Dealey Plaza, a Dallas in Texas il 22 novembre 1963. La versione ufficiale, all’epoca, fu che un solo uomo, Lee Harvey Oswald 24 anni, aveva sparato.

Un’inchiesta statunitense del 1978 e i test balistici condotti a Terni dall’Esercito italiano nel 2007 hanno stabilito che “Oswald non potè agire da solo”.

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