LO SLIDESHOW SI AVVIA AUTOMATICAMENTE. PER METTERE IN PAUSA POSIZIONARE IL CURSORE SOPRA LE IMMAGINI.

Decine di Taxi Fiat 1100 BLT (e una carrozza) attendevano alla Stazione Termini i numerosi turisti che dagli anni '50, venivano da tutto il mondo a visitare la "Città Eterna".
Foto Carlo Riccardi © Archivio Riccardi
Il boom economico, oltre ai turisti, porta a Roma lavoratori pendolari provenienti dalla provincia, molti dei quali decidono di spostarsi in automobile creando ulteriore disagio al traffico urbano e, di conseguenza, la necessità di nuove infrastrutture.
Foto Carlo Riccardi © Archivio Riccardi
Auto parcheggiate in Piazza San Pietro negli anni '60
Foto Carlo Riccardi © Archivio Riccardi
I lavori di realizzazione di un sottopassaggio sul Lungotevere negli anni '60.
Foto Carlo Riccardi © Archivio Riccardi

Enrico Coppotelli

Segretario Generale Cisl Lazio

La condizione del lavoro a Roma e nel Lazio nel corso degli ultimi vent’anni, è fortemente mutata e se ci trovassimo di fronte a due fotografie, due immagini rappresentative in un solo contesto, del lavoro e dell’economia del nostro territorio, noteremmo facilmente due periodi storici, radicalmente diversi.

Crisi economica prima e pandemia da Covid-19 poi, sono state e saranno senza dubbio ricordate come due fasi che hanno segnato in maniera indelebile il futuro e i cambiamenti che già oggi si delineano con tinte sempre più chiare.

Per questo, il “tema lavoro”, va declinato dal punto di vista della sua trasformazione, che comprende diversi elementi: la demografia, la tecnologia, l’organizzazione, la ricerca, il diritto del lavoro. Tutti indicatori che spiegano chiaramente i cambiamenti che abbiamo in qualche modo visto negli ultimi dieci anni e che sicuramente caratterizzeranno i prossimi dieci.

Inoltre, pensiamo soprattutto alla irripetibile opportunità, che questo momento ci si presenta attraverso i finanziamenti dei fondi europei.

Poco più di vent’anni fa, la Capitale usciva dall’anno Santo 2000, fortemente rafforzata da un periodo di grandi investimenti infrastrutturali dello Stato, che hanno disegnato una nuova città e di una complessiva crescita economica che faceva in sostanza collocare Roma, in una condizione di vero sviluppo e potenziale ulteriore crescita, legata ad una ripresa di tutti gli indicatori economici che facevano prevedere un periodo positivo. 

Purtroppo, questi possibili scenari, non si stabilizzarono con gli effetti sperati e via via nel corso degli anni 2000, con l’affacciarsi di una crisi economica mondiale, che riflesse presto i suoi effetti anche sul tessuto cittadino, Roma è entrata in un periodo di crisi stagnante che ha in definitiva fatto entrare, il mondo del lavoro, in un loop negativo che ha di fatto reso difficile affrancarsi da una crisi ormai ininterrotta e sempre più aggressiva, soprattutto per i giovani, le donne e i disoccupati che hanno pagato più di tutti gli effetti causati dalla crisi sanitaria.

Due degli storici driver romani, ovvero Cultura e Turismo, rimangono oggi, principalmente dopo la crisi pandemica, in fortissimo indebolimento. Per questo, sarà rapidamente necessario rafforzare le offerte culturali diffuse sul territorio, bisognerà incentivare non solo il turismo Italiano e straniero, ma stimolare anche la domanda interna. Perché, aumentare l’offerta culturale della città significherà un rapido innalzamento del tasso di occupazione, attraverso la crescita di occasioni di lavoro stabile e di qualità. 

è chiaro, credo indiscutibile, cogliere le attuali potenzialità del PNRR italiano e coniugarle attraverso un piano di rafforzamento della promozione di Roma, come area d’insediamento di imprese che impieghino capitale umano qualificato e abbiano una forte componente di ricerca e innovazione nel loro modello di business.

è necessaria la promozione di un maggior raccordo, fra mondo della ricerca pubblica e universitaria romana, con il tessuto imprenditoriale esistente.

Poi c’è il tema della organizzazione del lavoro; recenti indagini ci hanno chiarito come nell’Italia post Covid ci saranno almeno un terzo delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti in smart working. Sarà un processo molto importante che dovrà essere governato attraverso la contrattazione per tenere insieme la centralità della persona ed il lavoro.

Quindi, per l’insieme dei suoi effetti, per il suo carattere di cambiamento stabile, per la dimensione delle persone coinvolte a Roma, questa potrà essere l’occasione per ridisegnare in senso equilibrato la Capitale e curare le ferite e le diseguaglianze che la attraversavano già prima del Covid e ancora di più dopo: nei livelli di istruzione, di occupazione, di reddito, di servizi molto differenziati a livello territoriale.

Ma, sarà necessario guardare al futuro con uno spirito di collaborazione diverso rispetto al passato, sarà necessario un vero patto per creare un’occasione di confronto, sulle azioni e sulle politiche da adottare indirizzate ad una ripresa economica e occupazionale solida, che non lasci indietro nessuno.

Insomma, la ripresa economica e la crescita ed il consolidamento del lavoro a Roma saranno possibili solo attraverso un vero salto culturale, che accompagni una crescita positiva dei lavoratori e delle imprese.