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Franca Rame

Rame Franca

  • December 08, 2012
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  • Archivio Riccardi

Franca Rame, la cui famiglia ha antiche tradizioni teatrali, insieme al marito Dario Fo fonda nel 1958 la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame”. Vittima negli anni di piombo di rapimento da parte esponenti dell’estrema destra, subisce durante il periodo di prigionia violenza fisica e sessuale. Nel 2006 viene eletta senatrice della Repubblica, ma abbandona nel 2008, non condividendo gli orientamenti governativi.

Franca Rame nasce a Villastanza, frazione del comune di Parabiago in provincia di Milano il giorno 18 luglio 1929, figlia di Domenico Rame, attore, e da madre Emilia Baldini, insegnante e attrice. La famiglia Rame ha antiche tradizioni teatrali, soprattutto legate al teatro dei burattini e delle marionette, risalenti fino al 1600. Con un background così ricco, non appare strano che anche Franca abbia intrapreso questa strada artistica. Di fatto debutta nel mondo dello spettacolo appena nata: la bimba viene infatti impiegata per i ruoli da infante nelle commedie allestite dalla compagnia di giro della famiglia. A ventuno anni, nel 1950, assieme ad una delle sorelle, decide di dedicarsi al teatri di rivista: nella stagione 1950-1951 viene scritturata nella compagnia primaria di prosa di Tino Scotti per lo spettacolo “Ghe pensi mi” di Marcello Marchesi, in scena al Teatro Olimpia di Milano. Pochi anni più tardi, il 24 giugno 1954 si unisce in matrimonio con l’attore Dario Fo: la cerimonia si celebra a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio.

Il 31 marzo dell’anno seguente nasce a Roma il figlio Jacopo Fo. Franca Rame e Dario Fo fondano nel 1958 la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame” in cui il marito è regista e drammaturgo, mentre lei è prima attrice e amministratrice. Negli anni Sessanta la compagnia riscuote grandi successi nel circuito dei teatri cittadini istituzionali. “Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri”, di Dario Fo è rappresentata la prima volta all’Odeon di Milano, le foto presenti in Archivioriccardi.it sono state scattate a Roma, al Teatro Eliseo nel novembre del 1960.  Nel 1968, sempre al fianco di Dario Fo, abbraccia l’utopia sessantottina, esce dal circuito dell’Ente Teatrale Italiano (ETI) e fonda il collettivo “Nuova Scena”. Dopo aver assunto la direzione di uno dei tre gruppi in cui era diviso il collettivo, a causa di divergenze politiche si separa – assieme al marito – facendo nascere un altro gruppo di lavoro, detto “La Comune”. La compagnia – come “Nuova Scena” – è impegnata nei circoli ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) e nei luoghi fino a quegli anni non destinati agli spettacoli dal vivo, come le case del popolo, le fabbriche e le scuole. Franca Rame con la sua “Comune” interpreta testi di satira e di controinformazione politica, il cui carattere è talvolta anche molto feroce. Tra gli spettacoli si ricordano “Morte accidentale di un anarchico” e “Non si paga! Non si paga”.

A partire dalla fine degli anni Settanta Franca Rame partecipa al movimento femminista: scrive e interpreta testi come “Tutta casa, letto e chiesa”, “Grasso è bello!”, “La madre”. All’inizio dei cosiddetti “Anni di piombo”, nel mese di marzo del 1973, Franca Rame viene rapita da esponenti dell’estrema destra; durante il periodo di prigionia subisce violenza fisica e sessuale: diversi anni dopo, nel 1981, ricorderà questi eventi nel monologo “Lo stupro”. Nel 1999 l’Università di Wolverhampton (in Inghilterra) assegna una laurea honoris causa a Franca Rame e a Dario Fo.

Nelle elezioni politiche del 2006 si candida capolista al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria tra le file dell’Italia dei Valori: Franca Rame viene eletta senatrice in Piemonte. Nello stesso anno il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, la propone come Presidente della Repubblica: riceve 24 voti. Lascia il Senato della Repubblica Italiana nel 2008, non condividendo gli orientamenti governativi.

Nel 2009 assieme al marito Dario Fo scrive la sua autobiografia, intitolata “Una vita all’improvvisa”.

Il 19 aprile 2012 venne colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al policlinico di Milano, per poi morire il 29 maggio 2013, nella sua abitazione di Porta Romana a Milano, all’età di 83 anni