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Mister OK

Mister Ok

  • Settembre 13, 2025
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  • Archivio Riccardi

Roma e il Tevere: un rapporto complesso, fatto di ammirazione e diffidenza, di scorci da cartolina e acque spesso proibite. Eppure, per decenni, il fiume è stato palcoscenico di una tradizione che ha unito coraggio, folklore e spettacolo popolare. Protagonista: Mister Ok, al secolo Rick De Sonay, bagnino belga naturalizzato romano che nel 1946 decise di inaugurare l’anno nuovo tuffandosi dal Ponte Cavour.

Il gesto, compiuto in pieno inverno, con l’acqua gelida e tutt’altro che limpida, sembrava una follia. Ma De Sonay, con il suo fisico asciutto e il sorriso sfrontato, ne fece un rito annuale. La mattina di Capodanno, centinaia di romani accorrevano sulle sponde per assistere al volo dell’uomo in costume scuro, che si lanciava tra cori di incitamento. Il soprannome “Mister Ok” nasceva dalla sua abitudine di rispondere con un semplice “OK!” a chi lo provocava o lo metteva alla prova.

Negli anni ’50 e ’60 il tuffo divenne leggenda urbana, immortalata da fotografie in bianco e nero che oggi raccontano non solo un uomo, ma un’epoca in cui Roma viveva il fiume con meno timori. L’impresa era sempre la stessa, ma ogni anno sembrava nuova, capace di richiamare curiosi, turisti, fotografi.

Con il tempo Mister Ok si ritirò, ma la tradizione non si è spenta. Altri tuffatori hanno raccolto il testimone, tra cui Maurizio Palmulli, bagnino di Castel Fusano, che per oltre trent’anni ha rinnovato il gesto dal medesimo ponte, mantenendo viva la memoria del suo predecessore.

Oggi il tuffo di Capodanno nel Tevere sopravvive più come simbolo che come sfida sportiva. In un fiume che ancora non è balneabile, quell’impresa conserva un valore quasi poetico: la capacità di legare una città al suo corso d’acqua con un atto di audacia e ironia.

Roma, quando sogna il ritorno al bagno nel Tevere, non può che ricordare lui, Mister Ok: l’uomo che per primo trasformò un salto nel fiume in un rituale collettivo e indelebile.

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