Orson Welles

Welles George Orson

  • Gennaio 12, 2015
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George Orson Welles, nato a Kenosha il 6 maggio 1915, nello Stato americano del Wisconsin, è stato un famoso attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense.

Figlio della pianista Beatrice Ives e di Richard Welles, proprietario di una fabbrica di furgoni ma anche inventore durante il tempo libero, si rivela essere un bambino prodigio già in tenera età: grazie agli insegnamenti della madre si dedica alla musica e alla pittura e già a tre anni mostra una predisposizione alla recitazione teatrale, ricoprendo dei ruoli in opere teatrali quali “Sansone e Dalila” e “Madama Butterfly”.

In seguito al divorzio dei suoi genitori seguirà la madre a Chicago dove frequenteranno ambienti intellettuali e culturali. Tuttavia, la prematura morte della madre nel 1924, quando Orson Welles aveva soli 8 anni, lo portò ad abbandonare la carriera musicale e a tornare a vivere con il padre.

Durante la giovinezza segue il padre nei suoi viaggi, frequenta prima la Washington School e in seguito la Todd School di Woodstock, diretta da Roger Hill, spesso citato da Welles stesso come il maestro che più di chiunque altro ha influenzato la sua futura carriera. Durante il periodo trascorso alla Todd School prosegue la sua esperienza teatrale e letteraria, interpretando diversi personaggi in tragedie e drammi storici shakespeariani.

In seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1930, si diploma alla Todd School , frequenta brevemente il Chicago Art Institute, per poi partire prima per l’Irlanda, dove lavora come attore e regista all’Abbey Theatre. Nel 1933 prova una carriera teatrale a Londra, presentandosi come un famoso attore newyorkese, ma il rifiuto delle sue proposte di lavoro lo faranno rientrare negli Stati Uniti nello stesso anno, stabilendosi poi definitivamente a New York nel 1934. Qui collabora con il regista e produttore teatrale John Houseman, mettendo in scena lo spettacolo Panic, cui segue la realizzazione di Voodoo Macbeth, la versione più rivoluzionaria del Macbeth mai vista fino ad allora, la quale gli permette di ottenere una certa notorietà e di evidenziare le sue doti registiche nonostante la sua inesperienza.

Prosegue la sua collaborazione con Houseman ed entra a far parte della Federal Theatre, un’associazione teatrale collettiva che vantava quattro grosse compagnie.

Nel 1937 fondò assieme ad Houseman il Mercury Theatre, una nuova compagnia di prosa che aveva l’obiettivo di portare sul palcoscenico opere sia classiche che moderne, tra cui una versione del Giulio Cesare di Shakespeare ambientata nell’Italia fascista. Nell’estate del 1938 Welles e la compagnia Mercury Theatre sono una presenza quotidiana nelle trasmissioni dell’emittente radiofonica CBS, con il programma “Mercury Theatre on the Air”, il quale propone reinterpretazioni audio di classici od opere letterarie popolari. Proprio durante questo periodo, il 30 Ottobre 1938, Welles fece uno “scherzo” all’America destinato a rimanere nella storia: interruppe la trasmissione radiofonica e interpretò un adattamento di “La guerra dei mondi” , romanzo di fantascienza di H. G. Wells, annunciando l’invasione della Terra da parte di alieni. Lo stile della narrazione, in forma di radiocronaca molto verosimile che comprendeva notiziari, interviste sul posto e persino un invito a mantenere la calma al presidente Roosvelt scatenò il panico nel Nordamerica, soprattutto nel New Jersey (dove sarebbe avvenuto il presunto atterraggio), poiché gli ascoltatori credettero nell’autenticità degli eventi. Ne risultarono linee telefoniche sovraccariche, traffico congestionato nel tentativo di fuggire.

Poche ore dopo le trasmissioni la calma fu ristabilita, grazie anche alle notizie che rivelarono la natura della burla, ma questo evento costituì per Welles un successo che andò oltre le sue aspettative (si rese conto della portata degli effetti del suo spettacolo solo il giorno dopo), rivelando la sua genialità creativa e le sue doti interpretative, e fornendogli una enorme pubblicità, tale che nel 1939 la RKO, una celebre casa di produzione e distribuzione cinematografica statunitense, gli offre un contratto per la realizzazione di 3 film a Hollywood, contratto che gli concedeva una libertà artistica assoluta, oltre il 20% degli incassi lordi e la possibilità di essere a proprio piacimento attore, regista e produttore.

In seguito ad un periodo di indecisione, nel quale alcuni progetti di Welles non raggiunsero mai la realizzazione cinematografica, nel 1941 gira “Quarto potere”, film che si rivelò un insuccesso al botteghino, ma che col passare del tempo è stato rivalutato e spesso definito uno dei più grandi capolavori della storia del cinema.

A causa del flop commerciale di “Quarto potere”i dirigenti della RKO assunsero un atteggiamento molto meno fiducioso nei confronti di Wells, tanto che nessuna delle produzioni successive può essere considerata totalmente una sua opera. Questo è stato il destino della seconda pellicola cinematografica di Welles: “L’orgoglio degli Amberson”(1942), basato sul romanzo vincitore del premio Pulitzer scritto da Booth Tarkington. Terminate le riprese Welles ebbe modo solo di fare una bozza di pre-montaggio, ma il montaggio finale venne effettuato approfittando di un’assenza del regista dagli Stati Uniti.

Nel 1948 Welles abbandona Hollywood e si trasferisce in Europa, dove inizia a concentrarsi su una nuova trasposizione di un dramma shakesperiano, l’Otello, che intende dirigere e interpretare e che richiederà quasi tre anni di lavoro. Data la necessità di reperire i fondi necessari alla sua realizzazione, Welles durante questo periodo partecipa come attore in alcuni film americani girati in Europa (Gli spadaccini della serenissima, 1949; Il principe delle volpi, 1949; La rosa nera, 1950). In particolare fu la sua partecipazione come attore nel film “Il terzo uomo” che gli permise di ottenere il compenso necessario per terminare l’Otello nel 1952. La realizzazione di questa pellicola comportò diverse difficoltà, non solo economiche ma anche tecniche, ma ripagò i suoi sforzi permettendogli di aggiudicarsi la Palma d’oro al Festival di Cannes.

In seguito parteciperà ancora come attore per alcune produzioni europee e tornerà alla regia con “Rapporto confidenziale”  (1955)

Nel 1957 torna ad Hollywood dopo dieci di assenza. Nel 1958 dirige ed interpreta “L’infernale Quinlan”, film che condivide con “Quarto potere” un’iniziale insuccesso economico seguito da una valutazione positiva della critica che lo definì come un altro capolavoro assoluto del regista. E anche in questo caso ci furono numerosi tagli nel montaggio da parte della produzione.

Terminata nuovamente la breve parentesi hollywoodiana, la sua carriera di regista continuò in Europa, dove, come in passato spesso accettò ruoli di attore per poter autofinanziare i propri progetti. Pur non disponendo dei finanziamenti e dei mezzi tecnici di Hollywood riuscì finalmente a guadagnare un’indipendenza non solo economica ma anche nel senso di una maggiore libertà d’azione, nonché la possibilità di dirigere il montaggio finale delle pellicole. Fu durante questo periodo che realizza uno dei suoi progetti più ambiziosi: la trasposizione cinematografica de “il processo” di Kafka (1962), ritenuto da egli stesso il suo film più importante e più creativo. Con il film successivo, Falstaff (1966), Welles ritorna al suo amato Shakespeare, interpretando il ruolo principale, quello di Falstaff.

Per quanto riguarda gli ultimi anni della sua carriera, da citare il documentario F come falso (1973), in cui per mezzo di aneddoti, ricordi autobiografici e alcune interviste a noti falsari (tra cui, Elmyr de Hory, che falsificava celebri quadri,e Clifford Irving, che falsificava biografie) Welles affronta il tema del rapporto tra verità ed arte e menzogna, cercando di riflettere sulla validità della critica nel campo delle arti figurative, del cinema e della scrittura. D’altronde il tema della menzogna era molto caro a Welles: basti ricordare come la sua “guerra dei mondi” sia stata un falso scambiato per vero.

Negli anni ‘70 Gira anche “Filming Othello” (1978), documentario dove rievoca la travagliata e avventurosa lavorazione del suo film “Otello” e narra parte della sua biografia.

Di costituzione robusta sin dalla nascita, durante l’ultimo periodo della sua vita soffrì di un certo grado di obesità. Morì nella amata/odiata a Hollywood il 10 ottobre 1985, all’età di settant’anni, a causa di un attacco cardiaco. Le sue spoglie riposano in Spagna, a Ronda, in una fattoria dove Welles aveva soggiornato in uno dei suoi viaggi giovanili.